Un vecchio adagio inglese dell’epoca vittoriana recita così:

Something old, something new,
Something borrowed, someting blue,
and a sixpence in her shoe.

Tradotto in italiano, suonerebbe più o meno così:

Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo,
qualcosa di prestato, qualcosa di blu
e una moneta da sei pence nella scarpa.

È la sintesi perfetta del rituale portafortuna dei cinque elementi che ogni sposa deve assolutamente avere con sé il giorno del matrimonio. Una tradizione antica, dunque, tutt’ora in voga anche tra le nostre spose. Niente pence, però: non c’è bisogno di mettersi in contatto con collezionisti di monete, alle nostre spose basta avere con sé una monetina qualsiasi.

Perché questi cinque elementi?
Cosa rappresentano?
Qual è l’auspicio che ognuno di loro simboleggia?

Andiamo per gradi.

Partiamo dal principio, ossia da “qualcosa di vecchio”. Ognuno di noi è il risultato della propria storia, è il frutto del proprio cammino, è la somma delle proprie esperienze. È un bagaglio prezioso, il passato, che una sposa non può dimenticare a casa proprio nel giorno più importante. Ecco allora un vecchio fermaglio tra i capelli, un vecchio gioiello della mamma al collo, un fazzoletto ricamato dalla nonna nascosto da qualche parte.

Molto più facile, di certo, rispondere all’appello per quel che riguarda “qualcosa di nuovo”: il vestito, le scarpe, i collant di seta, un rossetto nuovo di zecca segnano l’inizio di una nuova avventura, una vita completamente nuova, e rappresentano l’ottimismo e la speranza per il futuro.

C’è bisogno, poi, di “qualcosa di prestato”, meglio ancora se il prestito proviene da qualcuno che è felicemente sposato, in modo da attirare – attraverso l’oggetto – l’attenzione della dea bendata. Una collana, un paio di orecchini, un bracciale, un ornamento per i capelli, un oggetto dato in prestito alla sposa per il grande giorno da una persona cara. Dopo il matrimonio, la sposa restituirà l’oggetto al proprietario, è l’occasione per ripercorrere insieme alla persona cara i momenti più belli del grande giorno appena trascorso.

È il turno, quindi, di “qualcosa di blu”, un’usanza ereditata dai matrimoni che si celebravano in Israele, dove le spose, per testimoniare fedeltà e purezza, indossavano una fascia blu. Niente più fasce, oggi, per le spose; resta però la promessa di fedeltà. Ecco, allora, una giarrettiera blu, un nastrino blu nel bouquet della sposa, uno zaffiro blu o un’acquamarina, un diadema blu, oppure, sotto il vestito, un fiocchetto di quel colore.

Infine, a chiudere l’insieme dei cinque elementi magici, la “monetina nella scarpa”, simbolo di ricchezza e prosperità per la famiglia appena formata. Solitamente, la sposa nasconde questo amuleto nella scarpa sinistra. C’è anche, però, chi preferisce cucirla nell’orlo dell’abito da sposa.

In alcune versioni di questa antichissima tradizione, poi, la “monetina nella scarpa” è stata sostituita da “qualcosa di regalato”.

In fin dei conti, cambia poco: ciò che conta, ciò che genera questo e mille altri rituali è il desiderio di ogni sposa di trovare nel matrimonio la propria felicità.

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